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Il premier Conte “a testa alta”?



Il 19 gennaio scorso il premier Conte durante il suo discorso al Senato prima del voto di fiducia sul governo ha pronunciato tra l’altro le seguenti parole: “E se oggi a voi che siete qui in quest'aula e ai cittadini che ci seguono da casa posso parlare a testa alta, non è per l'arroganza di chi ritiene di non avere mai sbagliato, ma per la consapevolezza di chi – insieme a tutta la squadra di Governo – ha impegnato tutte le proprie energie fisiche e intellettive per offrire la migliore protezione possibile alla comunità nazionale".

Ciò che sorprende in questa frase, almeno per quanto mi riguarda, è l’espressione “a testa alta". Se è lecito dissentire da essa, e io dissento, vorrei ricordare quello che è successo quando la epidemia di covid era in piena esplosione in Cina e non era ancora arrivata in Italia, almeno non in maniera così conclamata come sarebbe successo di lì a poco. Ora, dato che si sapeva benissimo che il virus stava dilagando in Cina in quel momento, quale sarebbe stata la misura da prendere immediatamente per evitare o cercare di evitare ciò che sarebbe inevitabilmente avvenuto in mancanza di drastici provvedimenti? Non serve essere scienziati, ma basta il buon senso: blindare i confini dell’Italia, anche se solo in entrata, o almeno bloccare ogni arrivo non solo di clandestini ma anche di cinesi, sia dalla Cina che da altri paesi, e di non cinesi sempre dalla Cina.

Il governo invece si è limitato a bloccare solo i voli diretti dalla Cina, misura che come era facilmente prevedibile si è dimostrata solo un palliativo, tanto che in quei giorni migliaia di cinesi sono rientrati indisturbati e senza alcun controllo in Italia, in particolare in Lombardia e in Toscana.

Si potrebbe obiettare che blindare totalmente l’Italia è impossibile, ma ci sono stati paesi, come ad esempio la Nuova Zelanda, che l’hanno fatto e dove il covid ha causato danni immensamente minori rispetto all’Italia. Si potrebbe obiettare che la Nuova Zelanda è un’isola, e che quindi questa misura era assai più facilmente attuabile. Giusto, ma a questo punto sono io che semplicemente mi domando: ma il governo guidato dal premier Conte ha almeno provato a sigillare seriamente i confini? La risposta purtroppo è no e quindi l’obiezione non regge.

Per la verità, mi pare ci siano state a suo tempo voci che avevano suggerito particolari restrizioni per i viaggiatori cinesi e non cinesi provenienti dalla Cina, ma l’establishment di sinistra era subito insorto strappandosi le vesti e proclamando che il vero virus era il razzismo, il fascismo, il nazismo, il sovranismo e chi più ne ha più ne metta. E fin qua nulla di nuovo sotto il sole, perché si sa che la sinistra e i suoi seguaci non ragionano col buon senso, ma soltanto con l’ideologia, in questo caso quella delle frontiere sempre e comunque aperte.

Ma un capo di governo, che avesse avuto più a cuore il bene dei suoi concittadini invece del mantenimento della poltrona, avrebbe dovuto adottare tempestivamente questa drastica misura, peraltro di puro buon senso, a dispetto di qualunque voce contraria, tanto dalla sua maggioranza che dall’opposizione.

È chiaro che se il presidente Conte avesse cercato di imporre comunque questo approccio, si sarebbe messo in piena rotta di collisione con i fautori del “politicamente corretto" e probabilmente non sarebbe durato lo spazio di un mattino. Ma allora sì che avrebbe potuto dire di essere uscito di scena a testa alta, e non certo ora, o tra una settimana, un mese o anche a fine legislatura, quando sarà comunque obbligato a lasciare la poltrona.

20 gennaio 2021, Festa della Madonna del Miracolo





Didascalia:

Ecco il “decalogo" del ministero della Salute per non contrarre il virus. È interessante il punto otto: ma non ci sono stati esperti e/o scienziati che hanno ipotizzato che il virus potrebbe restare attivo sulle superfici metalliche o solide in genere anche per parecchi giorni?



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